"Faces" viene presentata al pubblico romano il 14 gennaio 2011 ...
Il Blurry, illuminato da una tenda di luce, un anacronismo piacevole in una stradina trasteverina vecchia di parecchi secoli, non ha nulla di scontato ed usuale, mi ricorda la domus romana, linee pulite essenziali, bicromatismo, il bianco ed il grigio, elegante e discreto, l’atrio che porta al peristilio, nicchie nei muri per riporre/mostrare oggetti, mancano i triclini... ma piccoli tavoli e poltroncine con qualche comodo divanetto rendono la sensazione di “familiare e salottiero”, è un chiaro invito ad incontrare persone... emozioni.
Edit Benet
Le Altre ....
Dal centro di questo salotto si gode una “vista panoramica” delle fotografie di Amos, ma più che altro l’impressione è d’essere osservati dai ritratti... sono lì perché hanno qualcosa da raccontare e aspettano solo d’essere ascoltati.
... un incanto... mi immergo in una bolla d’aria silenziosa e mi lascio trascinare dovunque voglia andare la corrente....Sul finire della giornata, l’atmosfera della sera già ammanta vicoli e straduzze... selciati sconnessi, botteghe chiuse, riquadri di luce di muri centenari, tra i ferri battuti della Sinagoga l’ultimo improbabile raggio di sole.
Un clochard al colmo di Ponte Quattro Capi regala musica a chiunque voglia ascoltarlo... mentalmente lo paragono ai cantastorie medievali... frugo in tasca e gli lascio quello che trovo... gli sono grata, le sue note mi accompagnano, scendo le scalette di piazza un Piscinula... via della Lungaretta... finalmente ritrovo, tra sanpietrini e antiche pietre, la magia della “mia” Roma.
E’ magia che si respira... s’affaccia dalle bifore... dall’ombra degli androni... s’avviluppa gentilmente alle luci... trasporta impalpabili risate... traccia un sentiero silenzioso... la musica del menestrello m’aiuta a liberare cuore e mente... cammino piano ascoltando i miei passi.
... la vera sfida è raccontare le infinite possibili storie per ogni ritratto.
... la vera sfida è guardare l’umanità con gli occhi d’un bimbo che conosce solo quello che vede, libero da retaggi sociali, culturali, storici.
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